Mi chiamo Podcast, sono nativo digitale e ti aiuto a raggiungere il tuo pubblico.
L’automobile di domani. Sensoriale, digitale, interconnessa.
Giulia Cavaliere è una giovane scrittrice, nel 2018 ha pubblicato “Romantic Italia – Di cosa parliamo quando cantiamo d’amore” per i tipi di Minimum Fax. Da quel libro è nato un podcast in dodici episodi. In ciascun episodio protagonista è un cantante italiano e un suo celebre LP, tutto raccontato dalla voce e dai pensieri di Giulia. Chi produce e ospita tutto questo è il sito Storielibere.fm diretto da Rossana De Michele e Gian Andrea Cerone, una delle più originali e ascoltate piattaforme di podcast attive oggi in Italia. Racconti “scritti a voce”, dove gli autori raccontano, evocano, coinvolgono. Autori, racconti, voci, sentimenti.
La parola Podcast, ci informa Wikipedia, è in realtà impropria. Quando iniziarono a diffondersi l’iPod era il lettore audio più diffuso, così Apple si vide attribuito un merito ingiustificato, ma così andarono le cose. Eppure, la novità è potente e contagiosa. Un podcast è un contenuto audio o video che nasce digitale e trova la sua diffusione in una piattaforma web. Si può ascoltare in streaming o anche offline con un semplice download. E sono spesso gratuiti, ma esistono anche piattaforme cui si accede con abbonamento. Basta uno smartphone o un tablet, insomma.
La “podcast revolution” in realtà racconta molto di come stia cambiando la fruizione dell’entertainment con l’avvento del digitale. Se prima accendevamo la radio per trovare qualcosa di interessante, oggi andiamo a cercare qualcosa di interessante sulle piattaforme di podcast. Non che la cara vecchia radio sia scomparsa, anzi gode di ottima salute, ma in una società iperconnessa, sempre più sofisticata e personalizzata, anche il contenuto diventa tale.
Ogni persona si crea il proprio palinsesto, plasmato sui propri gusti, e soprattutto lo consuma ovunque, mentre guida o in palestra, a casa o in negozio, in viaggio o in officina.
È sufficiente un device in grado di riprodurre il contenuto, e il gioco è fatto. Non è un caso che i big della Internet economy stiano puntando tutti su questo formato, a cominciare dalla stessa Apple che ha assunto Emily Ochsenschlager, già vicedirettore e responsabile dei podcast per National Geographic, allo scopo di sviluppare un settore ritenuto strategico.
Con edicole sempre meno frequentate, anche in Italia diversi gruppi editoriali si sono lanciati nella sperimentazione di contenuti in podcast, nel tentativo di provare ad intercettare un pubblico nuovo rispetto a quello tradizionale. È il caso del Sole 24 Ore, storica testata economica confindustriale, che lanciato “Stories di Successo” per raccontare storie di persone che hanno fatto della passione un business, da Salvatore Aranzulla a Clio Zammatteo a Davide Dattoli, fondatore di Talent Garden. Sperimentando una scrittura in chiave storytelling.
Insomma, c’è tutto un mondo in fermento. Tecnologie, contenuti, investimenti, ritorno sugli investimenti.
Sui podcast brandizzati per aziende ha scommesso Fortune, una startup che crea contenuti che possano fare entertaiment ma al tempo stesso trasmettere al pubblico i valori e i tratti distintivi del brand. Che parli di sport o di musica, di tecnologia o di politica, il podcast è un contenuto persistente, resta in vita anche dopo la sua messa in onda, nel caso dei podcast radiofonici. E alcuni podcaster statunitensi sono diventate delle star al pari di personaggi televisivi.
Il podcasting inteso come brand communication interessa moltissimo le aziende. Le quali hanno capito che il pubblico va interessato, incuriosito, ingaggiato. Va tenuto vicino e possibilmente caldo. Valori, informazioni, che raggiungono chi ascolta attraverso informazioni ed emozioni. Lo ha compreso un brand come MINI BMW, che con il podcast Prime Svolte disponibile per tutti i possessori di auto mette a disposizione delle storie ad alto tasso di intimità ed emozione, che creano community, che ti fanno sentire bene.
Empatia, memoria, appartenenza. Ma anche sogni, desideri, immaginazione. E siamo soltanto agli inizi, per un fenomeno che in Italia è decollato appena nel 2018. Le stime parlano infatti di una forte crescita dei download e dello streaming per i prossimi anni e di un numero crescente di aziende che produrranno contenuti o investiranno in podcast advertising. Di una cosa siamo certi, ne vedremo delle belle. Anzi, ne ascolteremo.